In famiglia siamo sempre stati dei biologici inconsapevoli. L’approccio alla natura ci arriva infatti direttamente dai nostri genitori.

Sono loro che da sempre hanno gestito l’azienda in maniera molto attenta all’ambiente, quando però l’attenzione all’ambiente non era ancora una moda e nemmeno un’esigenza come è diventato negli anni recenti. Per esempio in casa nostra il diserbante non si è mai dato, perché il babbo era convinto che un’azienda ovicaprina non lo dovesse utilizzare. La chimica in agricoltura l’ha sempre considerata un veleno, punto e basta: un’indicazione precisa diventata parte di noi.

Le nostre coltivazioni sono certificate biologiche dal 2000, quindi ormai da quasi vent’anni. L’allevamento, invece, non è mai stato certificato: non conveniva economicamente, abbiamo deciso di non aggiungere altre scartoffie.

Da noi, del resto, prima ancora che l’agricoltura era biologico l’approccio: sempre preservate le piante del bosco, integri tutti gli agrifogli sparsi qua e là, intatti anche tutti i testucchi superstiti (erano gli alberi che una volta sostenevano i filari delle vigne): su alcuni di questi è nato anche il vischio e guai a chi lo tocca! Non a caso in famiglia, scherzando, diciamo che il nostro babbo è un “un figlio dei fiori“. Un’attenzione maniacale che ci ha fatto spesso prendere bonariamente in giro anche dagli altri pastori.